La Giornata mondiale della scrittura a mano è stata istituita nel 1977 negli Stati Uniti da un’associazione di produttori di strumenti di scrittura, preoccupati che l’abilità di scrivere a mano potesse andare perduta nel tempo. La data prescelta, il 23 gennaio, commemora la nascita di John Hancock, primo firmatario della dichiarazione d’indipendenza.
Ospite in studio, Nofri nel corso dell’intervista ha esposto i rischi di sostituire la scrittura manuale con quella digitale: “Scrivere manualmente è importante perché contribuisce a sviluppare la psicomotricità fine, il coordinamento oculo-manuale e quindi schemi senso-motori fondamentali per lo sviluppo cognitivo. Cosa che non avviene a livello cerebrale con la semplice scrittura digitale”.
Prima dell’intervista è andato in onda un servizio girato a Fermo sull’apprendimento del corsivo nella scuola elementare, luogo simbolo dell’insegnamento della scrittura manuale. Sull’argomento è intervenuta Maria Teresa Barisio, dirigente dell’istituto comprensivo Da Vinci-Ungaretti che ha lamentato la scarsità delle indicazioni ministeriali su questa tema e la necessità di una maggiore formazione dei docenti. Esigenza ribadita dalla docente Maria Teresa Simoni che ha testimoniato la complessità del passaggio per gli alunni dal disegno alla scrittura alfabetica e il peggioramento osservato soprattutto in seguito alla pandemia. Queste le ragioni, come spiegato dalla Barisio, dietro alla massiccia adesione degli insegnanti ai corsi di educazione al gesto grafico organizzati nell’ambito del Festival della Calligrafia da OSSMED insieme agli esperti dell’Associazione Grafologica Italiana. Nei seminari sono stati affrontati – come ha ricordato la grafologa Romina Vita dell’AGI – i tre aspetti fondamentali della scrittura corsiva: postura, prensione e continuità del gesto grafico. Le nuove tecniche introdotte sono state immediatamente applicate nel lavoro in classe ed è stato istituito, come rinforzo motivazionale, un Premio di Calligrafia a cui hanno partecipato con entusiasmo circa duemila alunni delle scuole del territorio. Il servizio si è concentrato poi sui meccanismi cerebrali della scrittura corsiva. Come illustrato dalla neuroscienziata Joan Blom, quando si scrive in corsivo nel cervello viene attivato un ritmo: nell’eseguire il gesto grafico si innesca un processo cerebrale che attiva le funzioni della memoria e dell’apprendimento. Ma questo, sottolinea la neuroscienziata, avviene soltanto con la scrittura corsiva.
Lo stesso concetto è stato ripreso da Nofri in studio, ribadendo che le lettere staccate dello stampatello sono quasi assimilabili alla scrittura digitale, mentre è solo tramite i “legamenti” della scrittura corsiva che si instaurano connessioni favorendo la pre-organizzazione linguistica del pensiero che sfocia poi nel gesto grafico ritmico e continuo. Ma non solo, le neuroscienze ci dimostrano che le aree cerebrali impegnate nella scrittura manuale coincidono largamente con quelle attivate dalla lettura e quindi dovremmo parlare in realtà di un’abilità combinata di “letto-scrittura”. Difendere questo processo apprendimentale – ha proseguito Nofri con un’immagine – significa “aprire un ombrello sotto questo diluvio digitale “ per tutelare un’abilità fondamentale dell’uomo a torto ritenuta obsoleta. Non a caso sono allarmanti oggi i dati che provengono dai test Invalsi e dalle indagini dell’OCSE sulla capacità di comprensione e di produzione di un testo tra gli adolescenti e gli adulti. Tutto questo però non significa opporsi alla scrittura digitale e alle nuove tecnologie. Non possiamo e non dobbiamo rinunciare alle nuove risorse digitali che sono portatrici anche di enormi vantaggi. Il problema cruciale è come conciliare vecchie e nuove tecnologie senza danneggiare il processo educativo e lo sviluppo cognitivo degli studenti. E proprio questo interrogativo il 16 dicembre scorso è stato al centro di un convegno internazionale organizzato nell’ambito del Festival e intitolato emblematicamente “Scrittura manuale e scrittura digitale: antagonismo o sinergia?”. Appuntamento, dunque, in libreria dove presto un volume raccoglierà le risposte fornite dagli esperti in occasione del convegno.
È possibile rivedere la trasmissione seguendo questo link: https://www.rainews.it/rubriche/tg2medicina33/video/2024/01/Tg2-Medicina-33-del-23012024-f1311e77-d78a-4aa6-98c3-184163586ead.html
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